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giovedì 27 gennaio 2011

Ritiro con i Giovani - Baida (PA)

Abramo, Isacco e Giacobbe
 

“Poi lo condusse fuori e gli disse: Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle,
e soggiunse: Tale sarà la tua discendenza.
Egli credette al Signore, che glielo accredito come giustizia”.
 (Gen 15, 5-6)

Le stelle sono state l’argomento che hanno aperto e chiuso il ritiro spirituale, tenutosi a Baida (PA), sabato 22 e domenica 23 gennaio 2011 dove circa 40 giovani si sono ritrovati a parlare del tema: “Abramo, Isacco e Giacobbe: Sui passi dei Giusti”.
Nel ritiro ci siamo ritrovati a riflettere sul cammino di tre personaggi biblici: Abramo, Isacco e Giacobbe, la loro storia, la storia biblica per esattezza, è uguale alla nostra storia siamo chiamati a compiere gli stessi passi.  Prima  di tutto siamo chiamati ad abbandonare gli idoli che ci circondano e ci disorientano, come Abramo dobbiamo abbattere queste barriere e andare nel deserto dove possiamo ritrovare noi stessi, dove possiamo interrogarci e dove possiamo ascoltare la voce di Dio che ci chiama indicandoci quale progetto ha scelto per noi, il progetto di vita che al meglio ci calza. Non basta solo abbandonare gli idoli e andare nel deserto ad ascoltare la voce di Dio, per aderire al Suo progetto dobbiamo uscire da noi stessi, dobbiamo non annullare la nostra volontà ma piuttosto fare della nostra, quella Sua, compiere un sacrificio, che, come ci insegna Isacco, è un atto che ci fa crescere e maturare per poi vivere nel concreto la volontà di Dio.
Dobbiamo prendere esempio da Abramo, Isacco e Giacobbe perché hanno avuto il Coraggio di andare contro corrente, hanno avuto il coraggio di affidarsi a Dio e di fare la sua Volontà, il coraggio come Abramo di uscire dalla nostra terra ed andare dove lui ci indicherà, il coraggio come Isacco di offrirci di essere pronti a donarci come sacrificio di ringraziamento a Dio, il coraggio come Giacobbe di vivere la volontà di Dio è affrontare ogni lotta che giorno dopo giorno impedisce il nostro cammino sui passi dei Giusti. Lo stesso coraggio di uscire, offrire e vivere al servizio di Dio che ebbe Madre Rosa accettando e vivendo appieno la volontà del suo Bene Amato, di colui che gli ha donato la vita.
Il ritiro è stata un’ esperienza che non solo ci ha arricchito, ci ha fatto emozionare, è stata anche un esperienza dove è stato possibile conoscere altri giovani come noi, dove è stato possibile mettere a confronto diverse opinioni, un’ esperienza dove è stato possibile chiarirsi le idee e comprendere ciò che prima  non si era capito.
Tra i momenti di riflessione, l’adorazione, e la celebrazione Eucaristica guidati da Padre Leandro FSA, vi è stato anche un momento dove il divertimento e conoscenza si sono fusi con una dinamica elaborata da Fra Josimar FSA: la dinamica era molto simile al gioco dell’oca, dopo essere stati divisi in tre squadre, ogni squadra a turno era chiamata a tirare un dado e a seconda del numero che usciva era chiamata a rispondere ad una domanda che riguardava Abramo, Isacco o Giacobbe, una volta risposto se la risposta era giusta si andava avanti o si tornava indietro, è stato un bel modo per divertirsi, ma, a parer mio, anche per capire quando in realtà  conosciamo della nostra fede, ci siamo resi conto di non conoscere perfettamente la vita dei tre personaggi storici, ma ci siamo resi conto che se spesso mettiamo in moto il cervello le cose che ci sono state dette nelle catechesi ritornano a galla  è ciò che pensavamo di non sapere alla fine si scopre di saperle.
Ci siamo salutati con un bellissimo racconto  che narrava che un giorno le stelle di ogni tipo decisero di scendere sulla terra, ma dopo qualche giorno decisero di tornare nuovamente al cielo perché la terra era ricoperta di oscurità e malvagità, ma il Creatore si accorse che una stella, la stella verde, non era tornata ma aveva deciso di restare sulla terra. Dopo qualche giorno il Creatore diede uno sguardo alla terra e si accorse che era avvolta da una grande luce, dentro al cuore di ogni uomo, donna e bambino vi era una piccola stella verde che dava all’umanità la Speranza che un giorno la pace avrebbe regnato sulla terra.
                                                       
 Giuseppe Polizzi
(Gruppo Giovani e Madre Rosa)

lunedì 24 gennaio 2011

Ritiro con i Giovani - Caltanissetta (CL)

Adamo ed Eva:
"Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza"

"Io so che non sei solo quello che conosco, ma non mi fa paura, ti amo" queste parole sono state il centro dell'esperienza di fede che noi giovani abbiamo vissuto al ritiro spirituale tenutosi a Caltanissetta nei giorni 18 -19 dicembre c.a.
Il tema del ritiro era: "Adamo ed Eva: Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza".
Attraverso questo ritiro, abbiamo appreso degli insegnamenti che sono alla base del nostro essere. Mediante la lettura della creazione prendiamo atto che come Adamo ed Eva siamo stati creati e plasmati a immagine e somiglianza di Dio.
Essere creati a immagine di Dio cosa significa esattamente? Abbiamo cercato di rispondere a questa domanda attraverso le riflessioni guidate da Padre Valdo e Fr. Josimar, arrivando alla conclusione che essere creati ad immagine e somiglianza di Dio significa che siamo stati creati  come lui capaci di amare ed essere amati. Adamo ed Eva sono stati i primi ad essere stati creati ad immagine e somiglianza del Padre, e vi era stata data  la capacità di compiere libere scelte. Sebbene gli fosse stata data una natura giusta, Adamo ed Eva  commetterono il grande sbaglio di farsi tentare dal potere desiderando di diventare onnipotenti e onniscienti come il loro Creatore. Attraverso la lettura della Bibbia, possiamo far esperienza delle cose vissute in precedenza, cercando di non commettere gli stessi errori, e come l'argilla ancora fresca possiamo ritornare alla forma originaria che Dio ci ha dato, ricomponendoci e rimediando ai passi sbagliati che abbiamo fatto durante il nostro cammino.
Ritiro emozionante, specialmente per me che ho vissuto l'esperienza per la prima volta,che mi ha permesso di riflettere attraverso un confronto diretto con il Signore, a fare memoria della mia vita, specialmente quando ci siamo trovati a contemplare Dio Eucarestia inginocchiati ai suoi piedi, vivendo il momento con particolare coinvolgimento.
Durante i vari momenti abbiamo  svolto una dinamica:  che consisteva  nel  lavorare  un pezzo d'argilla creando ciò che i nostri sentimenti ci trasmettevano dopo l'ascolto della creazione. L' esperienza dell'argilla ha fatto comprendere ad ognuno di noi quanto sia difficile improvvisarsi artisti se non si plasma con amore e con passione, come Dio ha fatto con noi, dandoci una forma, uno per uno dedicandoci del tempo e dell' amore che è costantemente presente nella vita dell'uomo.
Momenti di stupore, silenzi e meraviglia,  per quanto mi riguarda paura, di fronte alla rottura di un vaso, da parte di Fr. Josimar, che simboleggiava la fragilità dell'uomo che in qualsiasi momento sbagliando, come Adamo ed Eva, può modificare  il disegno iniziale del Padre. Ognuno di noi si è un po' rispecchiato in quei pezzi, perché quella rottura rappresentava l'allontanamento da Dio.  Durante il momento di deserto, ognuno di noi  ha preso un frammento dei resti del vaso su cui in seguito  ha lasciato la propria impronta trasmettendo quello che più l'aveva colpito con pensieri, parole e disegni. Successivamente abbiamo cercato in parte di riunire i vari pezzi del vaso, atto che simboleggia che ognuno di noi può  ritornare sui propri sbagli correggendoli e lasciandosi plasmare dall'amore di Dio che consoliderà tutti i pezzi, facendo ritornare il vaso alla forma originaria, come noi quando ritorneremo a camminare "Sui passi dei Giusti".

          Michela Seminara
(Gruppo Giovani e Madre Rosa)